Dal lettame nascono i fior

“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.”Fabrizio De André

Un fiore è nato. Ma questo fiore non ha profumo. Non ha vita. È una caricatura della bellezza.

Il paradosso è estremo: ciò che è per definizione sporco e ripugnante – uno scopino da bagno, l’escremento umano – diventa la base di un simbolo di grazia e leggerezza. Un fiore, che nella nostra mente richiama purezza e poesia, nasce qui da uno strumento che pulisce le feci e da una busta di plastica incrostata di catrame.

Non è la natura ad averlo generato, non è il mare a voler trasformare la plastica in bellezza. È l’uomo che l’ha creata, l’ha abbandonata e infine l’ha raccolta per tentare di ridarle un senso.

La plastica, come l’argilla, può modellare il futuro. Può essere utile, può resistere al tempo, può persino custodire la vita. Ma quando è prodotta in eccesso e lasciata senza controllo, diventa invasiva, soffoca gli ecosistemi, si insinua dove non dovrebbe.

Non è il fiore a essere sbagliato. È il giardino in cui è stato costretto a nascere.

Ma cosa nasce dalla plastica? Cosa nasce quando i nostri scarti diventano l’unica materia prima rimasta?

L’arte qui non inventa, non abbellisce. L’arte rivela:
siamo arrivati al punto in cui persino i fiori sono fatti di spazzatura.